Un’ analisi della Fondazione Moressa realizzata con il sostegno di Moneygram evidenzia come parallelamente all’aumento della presenza straniera in Italia, negli ultimi quindici anni sia costantemente cresciuto il numero di occupati stranieri, passati da 965 mila del 2004 a 2,5 milioni del 2018.

Il fatto che il numero di occupati stranieri (2,46 milioni nel 2018) sia simile a quello dei disoccupati italiani (2,36 milioni) ha rafforzato l’idea che la disoccupazione degli italiani sia causata dall’occupazione degli stranieri. In realtà, i due gruppi hanno caratteristiche molto diverse. Infatti, i disoccupati italiani hanno generalmente titoli di studio medio-alti e risiedono prevalentemente al Sud, mentre gli occupati stranieri sono soprattutto al Nord e svolgono lavori poco qualificati.

Il mercato del lavoro italiano si sta sempre più polarizzando, con alcune professioni (lavori manuali o poco qualificati) di prerogativa straniera, mentre gli italiani si stanno spostando verso professioni più qualificate, liberando le fasce produttive più basse. Senza la manodopera immigrata, molto probabilmente scomparirebbero badanti, colf, braccianti agricoli, muratori e manovali, professioni poco appetibili per i giovani italiani.

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